Perché
parlare di filosofia e, soprattutto, perché farlo oggi?
Un
tempo, in un lontano passato (verso il VII secolo a.C.) al momento
della nascita della filosofia, parlarne aveva molto senso. 'Fare
filosofia' aveva senso. Aveva un significato particolare. L'uomo
cominciava a porsi alcune domande, che lo spingevano con forza a
cercare una risposta. Domande che oggi a molti di noi (se non ai più)
suonano bizzarre o, addirittura, inutili. Sto parlando, infatti, di
interrogativi esistenziali, come questi: “Perché nel mondo
esistono le cose (esiste l'essere) anziché il nulla?”,
“Da dove deriva tutto quello che vedo e tocco ogni giorno?”, e
ancora “Come posso stabilire in modo certo cosa è giusto e cosa
invece è sbagliato, cosa è bello e cosa è brutto, come distinguere
il vero dal falso?”.
Il
tempo è passato, i secoli si sono susseguiti ai secoli, e le
risposte in parte sono state trovate. La filosofia ha vissuto molte
fasi di crisi e di crescita, al suo fianco hanno fatto la loro
comparsa nuove discipline e nuovi saperi, è nata la scienza, e molto
si è detto e si è stabilito circa il vero e il falso. Allora perché
continuare a porci domande di mille anni fa?
Posso provare a dare una risposta del tutto personale a questa
domanda, dicendo che la ragione sta nella natura della
filosofia. E' importante fare filosofia oggi perché, per la sua
natura, la filosofia, a mio parere, migliora
la vita.
Questa
mia convinzione sarà più comprensibile dopo aver chiarito qual è
la natura della filosofia.
La
natura della filosofia, infatti, è particolare. Per farsene un'idea,
all'inizio, è forse più facile pensare a quello che la filosofia
non è.
La
filosofia non è una disciplina come le altre, non è, propriamente
e in prima istanza, un insieme di dottrine, o di idee, o di
nozioni da trasmettere a qualcuno; non è un insieme di conoscenze
che possiamo insegnare o imparare da qualcun altro. O almeno, non è
solo questo e non è
soprattutto questo.
La
filosofia è, prima di tutto, una pratica, un modo di vivere,
un modo di pensare e di agire, un esercizio prolungato nel tempo.
La
filosofia è qualcosa che si compie nel soggetto che la
esercita nel momento in cui egli la esercita; è un modus
vivendi, come ho detto prima, una stile di vita, che riflette un
sistema di valori e di idee, una certa formazione dell'individuo.
Voglio
riportare qui le belle parole con cui Platone, grande filosofo
antico, definisce la filosofia, presentandola come un impegno di
vita.
“Non
è, questa mia, una scienza come le altre: essa non si può in alcun
modo comunicare, ma come fiamma s’accende da fuoco che balza: nasce
d’improvviso nell’anima dopo un lungo periodo di discussioni
sull’argomento e una vita vissuta in comune, e poi si nutre di se
medesima”.
(Platone, Opere,
vol. II, Laterza, Bari, 1967)
Queste
parole sono contenute nella Lettera VII,
una delle tredici lettere attribuite a Platone,
in cui
Platone
lascia la sua testimonianza dell'esperienza vissuta durante il suo
terzo viaggio a Siracusa, dove si era recato per insegnare la
filosofia al tiranno Dionisio il Giovane che si diceva appunto
desideroso di apprendere questa scienza al fine di poter ben
governare.
Come
fiamma s'accende da fuoco che balza. Eccola, la filosofia. Qualcosa
che si accende dentro di noi, all'improvviso, ma non senza che un
lungo cammino sia stato prima intrapreso accanto ad essa.
Il
vero filosofo è colui che è acceso da questo ardore filosofico,
colui che è realmente disposto a soffrire per divenire tale,
mettendosi al seguito di una guida, di un maestro.
Dice
ancora Platone, nella stessa lettera:
“...
se colui che ascolta è dotato di natura divina ed è veramente
filosofo, congenere a questo studio e degno di esso, giudica che
quella che gli è indicata sia una via meravigliosa, e che si debba
fare ogni sforzo per seguirla, e non si possa vivere altrimenti.
Quindi unisce i suoi sforzi con quelli della guida, e non desiste se
prima non ha raggiunto completamente il fine, o non ha acquistato
tanta forza da poter progredire da solo senza l’aiuto del maestro.
Cosí [d]
vive e con questi pensieri, chi ama la filosofia: e continua bensí a
dedicarsi alle sue occupazioni, ma si mantiene in ogni cosa e sempre
fedele alla filosofia e a quel modo di vita quotidiana che meglio
d’ogni altro lo può rendere intelligente, di buona memoria, capace
di ragionare in piena padronanza di se stesso: il modo di vita
contrario a questo, egli lo odia”
Ecco
che emerge la vera natura della filosofia, è un fare, un
essere, un vivere; non è un semplice dire o pensare.
Per
questa ragione, non è qualcosa che si può insegnare, la filosofia,
ma è una strada che il singolo uomo può decidere di imboccare,
dando inizio al suo percorso di crescita.
E
quindi, tornando alla domanda di partenza, perché parlare di
filosofia oggi? La mia risposta è, appunto, questa: perché fare
filosofia significa vivere consapevolmente, essere
protagonisti della propria vita operando delle scelte consapevoli,
perché si decide se dire si o dire no, perché
prima di compiere i propri passi ci si interroga lucidamente e con
obiettività, si impara a cercare le risposte dentro se stessi, senza
farsi fuorviare dai massmedia e dalla mentalità dominante, perché
fare filosofia significa non tradire se stessi, ma al contrario
conservare la propria unicità.
Vi sembra poco? A me no.
Naturalmente
esistono tante altre valide risposte alla domanda in questione;
quella qui presentata è una delle risposte che personalmente ho dato
a me stessa e che ho voluto condividere, su questo blog un po'
eterogeneo. Lo faccio perché amo la filosofia, e amo il modo in cui
è riuscita a cambiarmi, a farmi migliorare, a rendermi una persona
più consapevole, e mi piace l'idea di diffondere la conoscenza del
pensiero di alcuni filosofi e delle loro opere.